A
cura di Manuel Polli
Djent,
ovvero il suono prodotto dalle chitarre (7 o 8 corde) ultra distorte
con accordatura downtuned suonate con la tecnica del palm-muting.
Detta così sembra una spiegazione “copia-incolla” da Wikipedia
ma in realtà, a parole, questo movimento musicale è tutto qui. A
parole appunto, perché sotto l'apparentemente insignificante parola
onomatopieca vi si trova un'intera generazione di musicisti
tecnicamente molto dotati che si sono discostati dal death/trash
più classico alla ricerca di suoni nuovi, sempre nel rispetto di una
violenza d'esecuzione ineccepibile. E, una volta tanto, a coniare il
termine non è stata una trovata di qualche label o rivista
(kraut-rock o shoegazer, per fare 2 esempi immediati)
bensì da Fredrik Thordendal, chitarrista dei “ Meshuggah
“, gruppo svedese pioniere di tale movimento.
Gli
“Aeons Cycle” portano una sana aria nuova ed incazzata
nella loro terra, il Trentino, dove certe sonorità sono
ancora semi sconosciute (il djent non è comunque sulla bocca
di tutti da tante parti).
Formatosi
nel 2011, il collettivo trentino è inizialmente formato da 5 membri,
ognuno dei quale viene da precedenti esperienze più o meno metal:
Filippo Tonini (batteria), Cristopher Merz
(chitarra), i fratelli Giovanni e Lorenzo Malfer
(entrambi chitarristi) e il più esperto Matteo Piccoli
(cantante).
E' nel 2012 che vede la
luce “Dyschordia”, primo EP della band, tre
tracce che mixano una buona tecnica strumentale ed un groove
violento, claustrofobico. Tre tracce, per una durata totale di poco
inferiore ai quattordici minuti, ma di un impatto sonoro
davvero disarmante, per un suono già maturo, che non lascia scampo.
Otto secondi di un riff che sembra arrivare dagli inferi e poi si
scatena l' inferno: “Voices told me to do that” apre il
lavoro e fa capire subito ai nostri apparati uditivi cosa ci aspetta:
ritmiche serrate (la batteria è una mitragliatrice), atmosfere cupe
sulle quali le chitarre costruiscono tessiture furiose ma tutt'altro
che confuse ed un cantato che passa senza problemi dal growl allo
scream, non lasciando mai intravedere una qualsiasi forma di umanità.
“Rite
Of Transition” e la conclusiva “With Torches And
Pitchforks To The Frankenstein's Castle” proseguono sulla
stessa linea, non perdendo un colpo, con i brevissimi momenti
simil-melodici affossati prontamente sotto muraglie di riff che
definire granatici è sicuramente limitativo oltre che dal recitativo
indemoniato della voce. A dar man forte alla sezione ritmica dal 2012
è arrivato il bassista Manny, che in tempo record registra il
quarto singolo della band (“Fire- The Cleanser”) , uscito
nel gennaio del 2013.
Gli
“Aeons Cycle” si stanno attualmente dedicando alla stesura
di altri tre pezzi, con l' intento di realizzare un cd completo. Per
ora, se volete una serata di djent-core fatto bene, non vi resta che
seguirli live, con buona pace per timpani ed affini.
Nessun commento:
Posta un commento