lunedì 8 aprile 2013

Aeons Cycle - " Dyschordia "


A cura di Manuel Polli

Djent, ovvero il suono prodotto dalle chitarre (7 o 8 corde) ultra distorte con accordatura downtuned suonate con la tecnica del palm-muting. Detta così sembra una spiegazione “copia-incolla” da Wikipedia ma in realtà, a parole, questo movimento musicale è tutto qui. A parole appunto, perché sotto l'apparentemente insignificante parola onomatopieca vi si trova un'intera generazione di musicisti tecnicamente molto dotati che si sono discostati dal death/trash più classico alla ricerca di suoni nuovi, sempre nel rispetto di una violenza d'esecuzione ineccepibile. E, una volta tanto, a coniare il termine non è stata una trovata di qualche label o rivista (kraut-rock o shoegazer, per fare 2 esempi immediati) bensì da Fredrik Thordendal, chitarrista dei “ Meshuggah “, gruppo svedese pioniere di tale movimento.

Gli “Aeons Cycle” portano una sana aria nuova ed incazzata nella loro terra, il Trentino, dove certe sonorità sono ancora semi sconosciute (il djent non è comunque sulla bocca di tutti da tante parti).
Formatosi nel 2011, il collettivo trentino è inizialmente formato da 5 membri, ognuno dei quale viene da precedenti esperienze più o meno metal: Filippo Tonini (batteria), Cristopher Merz (chitarra), i fratelli Giovanni e Lorenzo Malfer (entrambi chitarristi) e il più esperto Matteo Piccoli (cantante).

E' nel 2012 che vede la luce “Dyschordia”, primo EP della band, tre tracce che mixano una buona tecnica strumentale ed un groove violento, claustrofobico. Tre tracce, per una durata totale di poco inferiore ai quattordici minuti, ma di un impatto sonoro davvero disarmante, per un suono già maturo, che non lascia scampo. Otto secondi di un riff che sembra arrivare dagli inferi e poi si scatena l' inferno: “Voices told me to do that” apre il lavoro e fa capire subito ai nostri apparati uditivi cosa ci aspetta: ritmiche serrate (la batteria è una mitragliatrice), atmosfere cupe sulle quali le chitarre costruiscono tessiture furiose ma tutt'altro che confuse ed un cantato che passa senza problemi dal growl allo scream, non lasciando mai intravedere una qualsiasi forma di umanità.


Rite Of Transition” e la conclusiva “With Torches And Pitchforks To The Frankenstein's Castle” proseguono sulla stessa linea, non perdendo un colpo, con i brevissimi momenti simil-melodici affossati prontamente sotto muraglie di riff che definire granatici è sicuramente limitativo oltre che dal recitativo indemoniato della voce. A dar man forte alla sezione ritmica dal 2012 è arrivato il bassista Manny, che in tempo record registra il quarto singolo della band (“Fire- The Cleanser”) , uscito nel gennaio del 2013.

Gli “Aeons Cycle” si stanno attualmente dedicando alla stesura di altri tre pezzi, con l' intento di realizzare un cd completo. Per ora, se volete una serata di djent-core fatto bene, non vi resta che seguirli live, con buona pace per timpani ed affini.




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